So di non dire niente di nuovo ma la Harlan di Monza sta importando 900 macachi a fini di sperimentazione.
I 900 primati, spiega la Lav, arrivano direttamente dalla Cina anche se l’origine di molti di questi animali pare sia da ricondurre alle isole Seychelles e Mauritius, dove sono stati prelevati in natura e, costretti in anguste scatole, a voli interminabili, al termine dei quali arrivano in fin di vita e sotto shock continuando il viaggio verso la loro destinazione finale dalla quale usciranno solo come carcasse e catalogati come rifiuti speciali.
Su richiesta del ministero della Salute Renato Balduzzi, gli ispettori del ministero della Salute sono andati a Fiumicino, dove e’ arrivato un primo volo dalla Cina con a bordo 104 esemplari destinati all’Harlan. La prima visita veterinaria le ha trovate “in buono stato di salute, senza presenza di stress da viaggio”.
Insomma stavano da Dio, dopo un volo intercontinentale. Lo avete mai fatto voi un volo intercontinentale? Non si arriva in salute e senza stress da viaggio neanche comodamente seduti in business class con TV, musica, cibo e tutti i confort; figurati viaggiare dentro a dei scatoloni.
In seguito, i carabinieri dei Nas hanno ispezionato lo stabilimento Harlam di Correzzana (Monza) dove sono giunte le 104 scimmie. Secondo quanto rilevato dai Nas, non sarebbe emersa alcuna irregolarità. I Carabinieri hanno inoltre rilevato che le 104 scimmie sarebbero in buono stato di salute e sono tenute secondo le norme previste, in luoghi conformi alle disposizioni ministeriali, nel rispetto delle norme. Anche tutti i documenti paiono corrispondenti alle norme ministeriali.
Insomma queste povere scimmiette se la stanno quasi spassando. Verrebbe da dire beate loro, stanno peggio i randagi in Ucraina.
Ma aldilà delle facili battute e della consapevolezza che avanti così non si può andare (lo dice anche Umberto Veronesi “Non c’é nessuna ragione al mondo per cui si debbano sacrificare dei primati, che sono nostri fratelli e sorelle”) c’è qualcosa che ognuno di noi può fare per fare sentire la propria voce?
Ebbene si. Lo spunto mi è venuto dalla mail di una amica che mi consiglia di “comunicare quello che penso al Ministero della Salute”
Ecco gli indirizzi:
[email protected], [email protected]
Dite la vostra, fate sentire la vostra voce!