Ti ricordi quale è stato l’ultimo disastro naturale causato dalla fuoriuscita di petrolio?
Forse il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, al largo del Golfo del Messico, il 20 Aprile 2010? Sicuramente è stato uno dei più grandi disastri naturali ma non è stato l’ultimo.
Quel giorno si aprì una falla a 1500 metri di profondità e fino al 4 Agosto 2010 si riversarono in mare più di 5 milioni di barili, 800 milioni di litri di greggio.
Morirono e muoiono tuttora migliaia di uccelli, animali e pesci.
Ma non è stato l’ultimo disastro, anche se di quel disastro si parla ancora e restano i numeri a tenere aperta una ferita non più curabile:
- 17% del petrolio recuperato direttamente all’imbocco del pozzo danneggiato;
- 16% dissolto naturalmente in mare (?);
- 3% raccolto dai battelli usati per pulire la superficie dell’acqua;
- 5% evaporato bruciando;
- 25% evaporato senza bruciare;
- 8% diluito con appositi solventi chimici;
- 26% ancora in mare.
Il 2011 è stato l’anno del disastro nucleare di Fukushima e tutti ce lo ricordiamo.
Ma disastri naturali causati dal petrolio nel 2011 non ce n’è stato nemmeno uno.
O forse sì?
Ebbene si e più di uno. Ma sono tutte notizie passate in sordina.
Ecco l’elenco:
- Gennaio 2011, Nigeria, al largo del Delta del Niger: 923 km quadrati di superficie contaminata.
- Agosto 2011, Mare del Nord a 180 km a nord della scozia, 180 tonnellate di greggio riversate in mare.
- Ottobre 2011, Nuova Zelanda, Bay of Plenty, 350 tonnellate di greggio: sono morti migliaia di pesci e uccelli rari tra cui i pinguini blu.
- Novembre 2011, Brasile, a 120 km a nord di Rio de Janeiro si riversano in mare 400 mila litri di petrolio.
Quando si parla di inquinamento da detersivi ci dimentichiamo di considerare anche questo inquinamento.
I detersivi tradizionali sono composti da ingredienti di origine petrolchimica.
Non è forse meglio usare detersivi composti da ingredienti di origine vegetale e magari reperiti a km zero?